Un prodotto storico che grazie alla stampa digitale sta trovando sempre nuove soluzioni per il mondo dell’interior aprendo opportunità per le aziende di stampa. Ma attenzione…

Per chi ha qualche anno sulle spalle come il sottoscritto, le carte da parati sono uno dei prodotti di decorazione e finiture di interni decisamente noti e apprezzati. Dopo il boom degli anni ’80 e ’90, questa tipologia di prodotto ha visto un progressivo e costante declino. Motivo? Sono tanti. Da un lato un cambiamento del gusto estetico, dall’altro la ripetitività dei motivi decorativi, in parte la scarsa conoscenza delle caratteristiche del prodotto dal punto di vista tecnico e applicativo (prodotti nati per essere rinnovati ogni 3-5 anni che restavano applicati per oltre 20 anni…), l’affacciarsi sul mercati di nuovi materiali (quali calci e vernici speciali)…

Un mix tra stampa digitale e intervento manuale artistico può dare un ulteriore valore aggiunto come in questo caso illustrato da Trendart al Decor Lab, Via Tortona 31, Milano – © Copyright: Trendart

Tante cause, ma forse la ragione più aderente alla realtà è che tutti i materiali e i prodotti legati all’architettura sono soggetti a un rinnovo ciclico: cambiamo semplicemente i gusti, le tendenze portano in auge altre soluzioni e altre vanno nel dimenticatoio (ci sono stati molti anni che su nessuna rivista di architettura e di arredamento si vedeva una carta da parati), e anche i rivestimenti murali hanno seguito questo andamento ciclico. E infatti, a partire dal nuovo millennio, lentamente hanno iniziato a tornare a essere considerate come un prodotto in grado di dare carattere e personalità agli ambienti, soprattutto se parliamo di contract. Ma la svolta è avvenuta con la diffusione della stampa digitale, che di fatto ha segnato profondamente il modo di intendere il prodotto dando però nuova vita e spunti di interesse, soprattutto tra le nuove generazioni, quelle in pratica che il parato forse lo avevano visto nelle case dei nonni.
Ma cosa è veramente cambiato con l’avvento del digitale?
In pratica solo una cosa, ma fondamentale. Se il parato tradizionale, quello stampato a cilindro per intenderci, pur con la grande perizia dei produttori per garantire qualità, colore ed effetti, era legato necessariamente alla ripetitività del soggetto, con modulo 53 o 106 (la larghezza del rotolo in pratica), con solo qualche elemento di grandi dimensioni (trompe l’oeil) che però era sempre legato a poche varianti e una bassa adattabilità di formato.
Il digitale ha stravolto questo concetto. Si produce sempre a rotoli, che vengono poi affiancati, ma l’immagine diventa la protagonista assoluta, non più vincolata al modulo, ma in grado di adattarsi alla parete, alla possibilità di essere modificata e personalizzata. Sembra un particolare, ma è una vera e propria rivoluzione.

© Copyright: Tecnografica

UN CAMBIAMENTO ALLA BASE
Stampa digitale dunque, per aprire nuove nicchie di mercato, e inizialmente sono proprio i produttori tradizionali a introdurre macchine digitali per offrire alla propria clientela una maggiore versatilità e personalizzazione. L’aspetto più curioso è che proprio il calo pesante delle vendite a livello globale ha permesso di fare questo cambio concettuale in modo veloce: niente più grandi tirature, niente cataloghi costosi e impegnativi, ma collezioni on demand che spesso nascono in collaborazione con designer e artisti e si rivolgono si a un pubblico di massa, ma pur sempre con numeri decisamente inferiori a quelli del passato, quindi meno magazzino e collezioni monstre.
E il digitale non riguarda solo la tecnologia produttiva, ma anche lo strumento principe del nostro millennio, vale a dire il web. La diffusione capillare delle tecnologie multimediali, dei siti di e-commerce e la sempre maggiore importanza dei social media portano a un cambio strutturale anche del modo di proporre, diffondere e comprare il prodotto. Basta grandi campionari ma un sito funzionale e in grado di configurare in modo semplice la richiesta di prodotto, database di immagini sempre più belle e dunque adatte anche alla riproduzione per diventare una decorazione parietale (non siamo ancora alla possibilità di stampare un’immagine su una grande parete partendo da uno scatto fatto con uno smartphone, ma ci siamo quasi) grazie alla diffusione di fotocamere digitali (quindi eliminando anche i passaggi di sviluppo, fotolito e scansione), ma soprattutto gestione semplificata dei processi produttivi (in pratica produco quello che ho già venduto).

I SISTEMI DIGITALI E LE NUOVE AZIENDE
Certo, il settore ha reagito prontamente alla grande spinta evolutiva dei sistemi di stampa, e dato l’inizio a quelle aziende che oggi sono considerate i riferimenti di mercato, sia per quanto riguarda la qualità estetica dell’offerta che le possibilità di utilizzo. Nascono dunque aziende specializzate nella produzione di carte da parati, o meglio rivestimenti murali, digitali, puntando sulla capacità di riprodurre grandi immagini con altissima qualità e proponendo un modo diverso di intendere il prodotto, non più legato al “rivestire” tutti i muri di un ambiente ma proponendo vere e proprie finestre di creatività, magari per fare una parete, creare un inserto, dare carattere con soggetti innovativi.
E non dimentichiamo che digitale significa personalizzazione, quindi il rivestimento murale diventa anche un media, un mezzo per sottolineare un brand (per negozi, alberghi, spazi di rappresentanza, uffici), riprodurre tutto quello che scatena la fantasia di architetti, progettisti e designer di interni. Ma soprattutto diventa una possibilità di ampliare sempre di più i campi di impiego andando ad applicare le tecnologie di stampa a materiali sempre nuovi, performanti e originali. Facciamo solo due esempi: carte da parati acustiche, in grado quindi di garantire un confort sempre maggiore negli ambienti a forte traffico senza rinunciare alla creatività e scelta personale di decorazione, e materiali resistenti all’acqua, quindi tutti gli ambienti bagno (oggi il parato può essere inserito anche all’interno di una doccia, magari con un soggetto coordinato a quello del vetro del box), per spa, spazi all’aperto… Non ci sono più limiti.
E questo ha permesso a queste aziende, che per prime hanno fatto una scelta di diventare specialisti, di essere considerati i punti di riferimento per la decorazione di pareti, e a loro il mercato ha affidato il compito di essere creatori di stili e di tendenze, innovatori e sperimentatori.

© Copyright: Nuovadigiservice • Illustrazione: Giuseppe Di Dio

POSSO STAMPARE ANCH’IO LE CARTE DA PARATI
Questa è la frase che si sente spesso ripetere tra le aziende di stampa digitale. Ed è vero. E potrebbe anche essere che il risultato potrebbe essere superiore a quello delle aziende specialiste che dicevamo prima. Ma questa affermazione ha un difetto di fondo. Il fatto che uno stampatore moderno abbia le potenzialità di realizzare un prodotto di rivestimento di alta qualità, non significa che il mercato lo riconosca come tale. Faccio un esempio per assurdo. Quando devo comprare un’auto mi informo, scelgo il modello che più mi piace o meglio risponde alle mie necessità, e a chi mi rivolgo per l’acquisto? Al concessionario. Eppure spesso anche l’officina di fiducia, quella a cui porto l’auto per fare manutenzione o controlli, potrebbe vendermi un’auto, e forse avrebbe anche maggiore competenza per consigliarmi il modello più giusto per me, ma “lui è il meccanico, non è quello che vende le auto”. Il senso è che il mercato si rivolge a quei professionisti che si ritengono qualificati per offrire un servizio o un prodotto, e che nel caso della decorazione di interni, sono identificati come trendsetter.
Quindi è giusto che le aziende di stampa propongano e offrano ai propri clienti anche questa tipologia di prodotto, che di fatto è solo uno dei tanti servizi/prodotti che possono offrire, ma difficilmente saranno considerati degli specialisti in tal senso. A meno di creare una struttura dedicata, in grado di proporsi in modo adeguato in termini di comunicazione, di proposta e di attenzione alle evoluzioni del settore, in grado di parlare lo stesso linguaggio, che nel caso di architetti e progettisti non è fatto di pixel, risoluzione o inchiostri, ma di stile, matericità, possibilità.
In pratica, non più “posso stampare anch’io le carte da parati”, ma “queste sono le mie collezioni/proposte per la decorazione murale digitale”. Ma per dire questo, un cambio strutturale è sicuramente da pensare.

NON SOLO TECNOLOGIA
Oggi la stampa di carte parati avviene sostanzialmente con tutti i principali sistemi e inchiostri a disposizione del mercato: Latex, UV, UVgel, Ecosolvent nanopigmenti, ognuna di queste tecnologie presenta vantaggi e punti di forza, e soprattutto gli inchiostri Latex hanno dato un grande impulso alla produzione di questi materiali grazie all’ottima promozione compiuta da aziende quali HP o Mimaki.
Ma i rivestimenti murali non sono solo “carte da parati”: sono TNT, materiali tecnici come fibre di vetro, spalmati in PVC, o materiali nuovi quali fibre naturali e sintetiche tessili, sugheri, pellami. Ogni materiale trova applicazioni specifiche in ambienti mirati, proprio per la loro capacità di garantire alcuni standard prestazionali e tecnici, il più banale la resistenza al fuoco per gli ambienti contract, e ognuno di essi può essere decorato con diverse tecnologie e inchiostri, ma non tutte, a meno di trattamenti pre e post stampa che ne aumentano però costi e tempi e spesso ne alterano le caratteristiche tattili ed estetiche.
Lo specialista comprende queste differenze. Molti anni fa, quando il digitale ancora non era utilizzato per la produzione di arredi o finiture, il referente di una grande azienda mi diceva: “abbiamo al momento sviluppato una collezione con oltre 900 referenze, con praticamente tutte le varianti colore. L’architetto mi chiederà sempre la versione 901”. Il digitale ha permesso di superare questo problema, offrendo veramente il prodotto nella variante e nella tipologia richiesta, ma questo significa anche che per essere specialista devo avere a disposizione una gamma ampia e diversificata di supporti e materiali, e comprendere come e con quale tecnologia stamparli per ottenere il risultato migliore.

Gc/ki6

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