Renato Sangalli illustra la filosofia Epson per quanto riguarda il mercato della stampa digitale e le sue applicazioni in diversi settori

Di Gianluca Chesini

Nuovo appuntamento con “Facciamo alle 11”, il nostro incontro con i protagonisti del mondo stampa digitale per capire e interpretare i segnali di cambiamento dei diversi settori e analizzare le possibilità di sviluppo. Questa volta incontriamo Renato Sangalli, Sales Manager Pro-Graphics di Epson Italia.

Breve valutazione sul mercato attuale

Renato Sangalli – In questo momento il mercato italiano non ci sembra particolarmente brillante, a causa di una generale scarsa vivacità generata probabilmente anche dalle notizie contrastanti sui dati macroeconomici e sull’incertezza politica che ci giungono dai media. Ce ne accorgiamo anche dalla durata maggiore delle trattative di investimento e dagli esiti delle pratiche di finanziamento.
Tuttavia, se guardiamo al nostro settore, che possiamo definire complessivamente abbastanza stabile, ci sono alcune aree che stanno dimostrando una maggior dinamicità. Sono il signage e il mondo del promozionale/regalo/gadget, dove gli operatori fanno ampio uso della tecnologia Epson per realizzare i loro prodotti. A questi va aggiunto il settore tessile, dove il digitale ha ancora molto spazio da conquistare alla stampa tradizionale e dove vediamo notevoli possibilità di crescita

Quali le opportunità di crescita più interessanti in funzione della vostra proposta di tecnologia (tessile, esposizione, interior, industria, etc…)

Renato Sangalli – Epson si propone di superare le aspettative dei propri clienti, da sempre. Vuole essere punto di riferimento per la stampa digitale a 360°. La nostra esperienza inizia con la fotografia digitale di grande formato, che all’inizio degli anni 2000 ha cambiato tutti gli schemi di mercato. Oggi lo sviluppo tecnologico ha fatto grandi passi da quell’esperienza iniziale di successo e qualità e siamo portati a seguire le nuove opportunità che il mercato della stampa e della personalizzazione ci offrono in tanti settori e che gli operatori ci chiedono. Posso certamente affermare che le testine di stampa sempre più performanti e affidabili, che rappresentano il cuore delle nostre macchine, verranno utilizzate in maniera sempre più diffusa nel mondo industriale e della produzione, come ad esempio nel tessile e nella moda, senza però tralasciare le nicchie di produzione distribuita che sono radicate in certi settori della personalizzazione: per esempio la stampa
on-demand, che sia essa di foto, di abbigliamento o di elementi di arredo.

Ci sono novità significative nel breve e medio periodo che verranno immesse sul mercato?

Stampanti Epson a sublimazione

Renato Sangalli – Nel 2020 parteciperemo ad almeno 2 importanti fiere di settore a livello internazionale come Fespa a Madrid e Drupa a Dusseldorf. Certamente queste occasioni verranno sfruttate per qualche anticipazione in molti settori. Per esempio, abbiamo appena annunciato anche qui in Italia la nuova stampante SureColor F3000 per la stampa DTG ad alte prestazioni, che sarà disponibile prima dell’estate e si affiancherà al modello F2100 già di grande successo anche in Italia. Sulla F3000, per la prima volta nella gamma DTG, Epson utilizza la sua soluzione con sistema esterno di caricamento inchiostri con sacche compatte da 1,5 litri che aiutano a ridurre il TCO e i tempi di fermo. Non escludo però che ci possa essere anche qualche altra sorpresa che il mercato ci chiede da tempo. E non soltanto in ambito tessile.

L’idea che oggi la stampa digitale permette di “fare tutto” è un vantaggio o uno svantaggio? (meglio una specializzazione da parte degli stampatori per essere veri interpreti di un settore specifico o approcciare tutti i mercati grazie alla flessibilità delle tecnologie?)

Piatti decorati da Sublitec con stampanti Epson a sublimazione

Renato Sangalli – È vero, lo confermo: ai produttori piace dire che oggi la tecnologia a loro disposizione consente di stampare su tutto o quasi. E, in effetti, è difficile trovare superfici che non siano stampabili o personalizzabili con la stampa, anche con quella digitale. Il punto è saperlo fare bene e con costi accettabili. Quindi lo slogan è sicuramente un vantaggio per quanto riguarda le possibilità di business e per promuovere la propria attività di service, stampatore o creativo, ma poi in commercio si trova di tutto e con risultati a volte discutibili, quando non scadenti. Ecco allora che, a mio avviso, a risultare vincente è la specializzazione, che spesso è figlia di una lunga attività di ricerca e di sperimentazione. Certo non possiamo pensare ad una specializzazione assoluta a compartimenti stagni, ma ritenere di poter essere uno specialista della stampa che va dal biglietto da visita al capo di abbigliamento non è pensabile, anche se la tecnologia di base potrebbe essere la stessa. Il desiderio (o l’esigenza) di differenziazione della propria attività porta molti operatori a spaziare in più campi, ma occorre fare attenzione a non esagerare con la diversificazione. Conoscere bene i limiti della tecnologia, il perimetro in cui potersi muovere quando si progetta, si stampa e si realizza un oggetto finito sono competenze che si acquisiscono con il tempo e la specializzazione.

Formazione e informazione: quanto sono importanti e verso chi?

Renato Sangalli – In quest’ottica formazione e informazione giocano un ruolo importantissimo. Servono a far conoscere quale sia questo perimetro a tutti gli operatori che svolgono un ruolo nella catena della produzione dell’oggetto stampato. Non solo per quanto riguarda il processo di stampa in senso stretto, ma anche per quanto riguarda la fase creativa a monte, per la realizzazione dei file di stampa che spesso prevedono la combinazione di processi differenti e poi, a valle della stampa, quando si rifinisce e si confeziona il prodotto. Ci sono fattori tecnologici che riguardano per esempio la resistenza di certi colori in funzione delle superfici stampate, dell’esposizione alla luce, l’uso che si fa del prodotto stampato e una serie infinita di variabili da considerare in ogni fase del processo. Produrre manifesti non equivale a realizzare un divano di pelle o finta pelle stampata. Nell’epoca attuale le informazioni circolano velocemente, spesso troppo, e si corre il rischio di essere raggiunti dalla disinformazione. Per questo diventano importanti quei momenti e luoghi dove si possa toccare con mano la stampa, dove operatori ed esperti del settore possano incontrarsi e confrontarsi e, infine, dove le aziende fornitrici di tecnologie e strumenti di lavoro possano contribuire per la loro parte.

Gc/ki6

epson.it

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