Con l’aiuto di Cristiano Zonno scopriamo la stampa diretta su vetro e le particolarità dei nanocoloranti
Il vetro decorato è un elemento molto presente nella storia dell’architettura, legato in passato soprattutto agli edifici religiosi, dove le magnifiche vetrate intarsiate e mosaicate inondavano i fedeli della grazia di Dio. Grandi opere del passato che erano frutto della sapienza e della capacità di artigiani specializzati (la costruzione di un rosone poteva durare anche anni). Con la rivoluzione industriale e l’introduzione dell’acciaio nell’architettura il vetro è diventato un vero e proprio materiale da costruzione, superando di volta in volta le sfide della gravità e dell’altezza. Oggi è ancora un materiale molto amato dai progettisti, perché in grado di separare senza chiudere, di aprire con leggerezza le facciate di palazzi e grattacieli, elemento unificatore tra spazio interno e spazio esterno. Naturalmente anche nella produzione del vetro la tecnologia ha fatto passi da giganti, e oggi sul mercato sono disponibili diverse tipologie di vetro per rispondere a ogni richiesta, dalla sicurezza alla portata, dalla trasparenza alla possibilità di filtrare i raggi solari e isolare gli ambienti. Se questo è valido per quanto riguarda il mondo delle costruzioni e dell’architettura, lo è altrettanto per la parte di applicazioni destinata alla decorazione di interni. Con Cristiano Zonno, Ceo di Mediatipo, abbiamo voluto fare un breve riassunto delle procedure e delle caratteristiche di questo servizio di decorazione, cercando, ove possibile, di dare anche qualche consiglio su come affrontare questo mercato.
Facciamo innanzitutto un rapido excursus di cosa si intende stampa diretta su vetro…
Cristiano Zonno, CEO Mediatipo – Se parliamo di stampa diretta, sicuramente fino a qualche anno fa si sarebbe dovuto parlare di serigrafia. Una tecnica affidabile, con ottime caratteristiche di durata e qualità di riproduzione, ma legata a quantitativi minimi e dunque poco flessibile. La stampa digitale ha di fatto aperto nuove possibilità a questo tipo di applicazione, e trova sempre più utilizzi nella decorazione di interni. In linea di massima tutte le tecnologie di stampa oggi a disposizione sono utilizzabili, però ognuna di esse ha vantaggi e limiti. Uno dei primi tentativi di stampa del vetro, ad esempio, era basato sull’utilizzo di inchiostri fotoceramici, vale a dire pigmenti minerali che vengono trasferiti direttamente sul vetro e poi cotti ad alta temperatura, fissando quindi al supporto. Di solito questa soluzione è utilizzata dalle vetrerie, anche perché gli impianti di cottura hanno costi molto elevati (non alla portata di un service di stampa a meno di una specializzazione in questo settore). Inoltre questo tipo di stampa è poco adatta alla stratifica del vetro, quindi normalmente indirizzata su vetrate semplici. Una soluzione che garantisce una durata e una resistenza nel tempo, ma limitata nella scelta dei pigmenti e nel gamut colori, e con costi elevati per la chimica. Un’altra tecnologia che viene utilizzata molto è quella degli inchiostri UV, che offrono tutti i vantaggi di una stampa digitale ma hanno anche due controindicazioni: da un lato i pigmenti UV sono molto coprenti, quindi poco adatti a stampa in trasparenza; dall’altro l’inchiostro UV si appoggia sulla superficie, e fa fatica ad aggrappare sul vetro. Per questo vengono sviluppati primer appositi, che permettono una tenuta dei colori maggiore e impediscono lo “scivolamento” delle stampe, soprattutto in fase di stratifica. I produttori di tecnologie e di inchiostri stanno lavorando molto su come risolvere questo difetto, e si stanno compiendo molti passi avanti, ma al momento non sono ancora certificati per questa lavorazione.
E poi ci sono i nanocoloranti…
Cristiano Zonno – Esatto. Noi come Mediatipo (brand Decorprint Italia) abbiamo scelto questa tecnologia proposta da Muchcolours per diversi motivi, non ultimo quello di poter avere una tecnologia completamente made in Italy. Il nanocolorante è un pigmento molto piccolo, che fonde a basse temperature (circa 170 Gradi centigradi), adatto dunque a stampe in trasparenza (poco coprente) e in grado di fissarsi meglio a supporti difficili quale appunto il vetro. Inoltre è un procedimento molto adatto alla stratifica del vetro, unico ad oggi ad avere una certificazione in tal senso.
Spieghiamo brevemente come funziona la stratifica?
Cristiano Zonno – La stratifica del vetro sostanzialmente è la fusione di due lastre di vetro attraverso collanti specifici o in autoclave. Il collante utilizzato, EVA (etilene vinile acetato) può essere trasparente, bianco o colorato. Con la nostra tecnologia noi stampiamo il lato interno di uno dei due vetri e applichiamo il foglio di EVA (collante) che permette di fondere tra loro le due lastre. I numerosi test di laboratorio che abbiamo effettuato hanno dimostrato e certificato che con la stampa a nanocoloranti non ci sono delaminazioni della grafica nè dei vetri, e una volta accoppiate le due lastre diventano un corpo unico preservando le stampe (con garanzia fino a 10 anni). Con questa tecnologia possiamo realizzare praticamente le decorazione per tutte le tipologie di vetro, da quello trasparente a quello con effetto vedo non vedo, dagli smerigliati ai sabbiati, senza interferire con il grado di trasparenza voluto.
Da qui nasce il progetto Glassite®?
Cristiano Zonno – Il progetto Glassite® è nato mettendo a frutto la flessibilità di questa tecnologia di stampa con la voglia di offrire un prodotto ancora più innovativo e originale. Si tratta sostanzialmente di lastre stratificate che oltre alla grafica o immagine stampata integrano anche materiali diversi, quali lamine d’oro, tele metalliche, acciaio, etc). In questo modo una lastra Glassite® è diversa e originale, con effetti difficilmente realizzabili con una stampa tradizionale (ad esempio la lamina d’oro per la riproduzione di effetti mosaico o per dare maggiore brillantezza). Al momento possiamo realizzare lastre di 160x300cm, ma è in sviluppo una macchina modulare che permetterà di poter realizzare anche vetrate 200x300cm. Stiamo parlando naturalmente di tecnologie che nascono da esigenze specifiche dell’industria o per applicazioni speciali. Per un service che si volesse dedicare a questo prodotto di decorazione le macchine attuali sono già ampiamente in grado di soddisfare tutte le esigenze del mercato, sia per quanto riguarda qualità che dimensioni. Non dimentichiamo che il vetro è un materiale pesante, dunque complicato da installare, e aumentare troppo le dimensioni delle lastre o il loro spessore (questo per aumentare ad esempio la durata nel tempo aggiungendo strati di stratifica) andrebbe a incidere sulle scelte tecniche di installazione e sui relativi costi.
Diamo un consiglio pratico a chi volesse approcciare questo mercato…
Cristiano Zonno – Il primo consiglio, e vale per ogni tipo di scelta da fare in un’azienda di stampa, è capire a quale mercato ci si vuole rivolgere e con che prodotto. La stampa su vetro può essere fatta con diversi sistemi, come dicevo in precedenza, ma se voglio servire un mercato specifico (ad esempio quello dei box doccia) devo fare uno studio attento delle particolarità del prodotto, analizzare come sviluppare la struttura produttiva e dunque scegliere il sistema più adatto. Il vetro è comunque un prodotto difficile, e dunque se voglio approcciare un mercato di alto livello dovrò sicuramente concentrare risorse e specializzare l’azienda in quella direzione, a prescindere dal tipo di tecnologia che utilizzerò. Il secondo consiglio è comunque di trovare una nicchia di applicazione in cui poter fare la differenza, sia per tipologia di prodotto che per originalità. Le applicazioni sono moltissime, dallo specchietto alla vetrata di una cattedrale; ogni prodotto richiede competenze e sperimentazioni specifiche per ottimizzare i processi, quindi meglio concentrarsi su pochi item ma realizzati al meglio. Una piccola avvertenza: non molti lo sanno, ma il vetro come molti materiali ha un lato stampabile, che deriva dal modo in cui viene prodotto. La lastra infatti viene creata in un bagno di stagno, e quindi un lato è a contatto con una serie di sostanze e impurità che non vengono mai totalmente rimosse o che possono creare reazioni durante la stampa.
Gc/ki6