Con Art-72Rooms nasce un nuovo concept di ospitalità sull’asse Milano-Shanghai

Un hotel nelle cui stanze vivono, lavorano, espongono e si espongono nella loro quotidianità artisti internazionali di diversi settori. Un’ibridazione di luoghi, saperi, tecniche, moduli e funzionalità spaziali per avvicinare l’artista nella sua totalità al fruitore.

È Art-72Rooms, un hotel/residenza artistica che ha aperto i battenti nel cuore di Shanghai il 10 novembre 2018 in occasione della Shanghai Contemporary Art Fair, e che si ispira ad un modello tutto milanese: “Design Hostel – A letto con il Design”, l’ostello “pop-up” per designer nato due anni fa all’interno di un makerspace in zona Bovisa durante il Fuorisalone. E proprio con il Fuorisalone, nel luogo in cui tutto è nato, il nuovo concept di ospitalità creativa tornerà a Milano nell’aprile 2019: gli artisti più talentuosi che soggiorneranno e lavoreranno all’interno di Art-72Rooms esporranno le loro creazioni all’interno del Design Hostel in Bovisa. L’intero progetto, sviluppato sull’asse Milano-Shanghai, ha come curatori Weicheng Zhong, che opera in Asia con i suoi tre studi nella progettazione di spazi in grado di fondere estetica occidentale e gusto orientale, e Davide Crippa, docente del Politecnico di Milano e ideatore del Design Hostel con lo studio Ghigos e il fablab Ideas Bit Factory, produttore delle tecnologie interattive che saranno esposte in Cina e a Milano. Il concept di Art-72Rooms affonda le radici in due elementi iconici e simbolici della cultura di Shanghai: lo Shikumen e il numero 72. Il quartiere Xintiandi, dove sorge l’hotel, è noto per l’elevata densità di edifici (diverse migliaia, circa il 60% delle abitazioni in città) in stile Shikumen, ovvero la massima espressione di fusione tra lo stile architettonico occidentale e quello cinese. Il tema della commistione e della convivenza di numerose sfumature è ripreso dal numero 72, che richiama una celebre commedia cinese degli anni ’30, ambientata proprio a Xintiandi, dal titolo “The 72 Tenant Families”. L’opera metteva in scena con toni scherzosi e a tratti satirici le vite profondamente differenti di famiglie cinesi di diverse estrazioni socio-culturali. Inoltre, nella cultura cinese il numero 72 è utilizzato per indicare la varietà degli elementi in natura e il costante avvicendamento di Yin e Yang. Ispirandosi alla simbologia di Shikumen e del numero 72, le stanze dell’hotel rinnovato diventano uno spazio espositivo variopinto, inclusivo, partecipativo e interattivo. L’originalità del progetto prende sin dagli esterni dell’edificio, dove viene rivendicata l’identità giocosa e sperimentale dalla carta da restauro che copre la facciata principale, da suggestive installazioni luminose e da opere d’arte poste sul tetto.

Dal fablab milanese Ideas Bit Factory arrivano le quattro tecnologie interattive che caratterizzano l’hotel/residenza nelle prime settimane di vita e che omaggiano la storia dell’edificio: “Luce di Buddha”, un’ombra interattiva che si anima con i movimenti dei visitatori; “Interactive phone”, un telefono già esistente nella struttura che è stato hackerato per “chiamare i contenuti” con il numero della stanza e raccontarli in italiano o in cinese a seconda del prefisso selezionato; una scala sonora che riproduce i suggestivi suoni delle campane buddiste al passaggio delle persone; “Futuro Remoto”, un’installazione esterna che fa da filtro tra il passato e il presente dell’edificio. Firma questo lavoro Chiara Irico che ha trasformato il vecchio minareto in una torre moderna e interattiva; l’ha rivestita di specchi e ha sostituito la pietra buddista incisa sopra con un led screen che ricrea un orologio 2.0: è un progetto di video arte che, usando alcuni elementi del mondo asiatico come il cibo o richiami al paesaggio, segna lo scorrere del tempo e ogni 15 minuti dà l’ora usando come immagine il corpo dell’artista. Completano le installazioni presenti nella struttura, diversi neon colorati disposti a seconda della funzione degli spazi e quadri di luce ispirati agli antichi dipinti presenti un tempo nei corridoi. In occasione della Shanghai Contemporary Art Fair sono stati invitati ad abitare ed esporre all’Art-72Rooms diversi artisti italiani, selezionati dallo studio di mecenatismo artistico interdisciplinare Interno 14 next di Roma, ideato e guidato da Roberta Melasecca, curatrice e art director. Ad animare le stanze del visionario progetto durante la fiera: le sculture-gioiello ispirate alla natura di Anahi Angela Mariotti; i dipinti che connettono atmosfere antiche e concetti moderni di Alessandra DI Francesco; i disegni che coniugano le grandi discipline umanistiche e le tecniche visuali di Antonio Virzi; le illustrazioni dagli intensi colori mescolati in viaggi onirici di Arianna Bonamore; i dialoghi tra tempo reale e percepito nelle installazioni immaginifiche di Daniela Perego; le ironiche e sarcastiche opere scultoree che raccontano la cultura popolare di Francesco Petrone; le installazioni che incorporano gli elementi architettonici del sito espositivo, influenzandone il significato, di Jack Sal; i pattern che intrecciano classico e ultramoderno di Massimo Orsi; i tuffi in cielo tra i racconti “celesti” dipinti dalla mano di Raffaella Calcagnini; l’indagine multi-disciplinare sull’acqua e la sua sordità nella mutevolezza di Silvia Stucky.

E ancora: Mirco Facchinelli (Ghigos), Paolo Pasteris (IDEAS Bit Factory), Gustavo Giovannoni. Tra le opere di artisti stranieri, spiccano invece le installazioni interattive ispirate dall’onnipresenza della “super-app” cinese WeChat e articolate lungo fili di seta di Willimann/Arai. “Design Hostel – A letto con il Design”, progetto da cui Zhong ha preso ispirazione, vede trasformare nel cuore del distretto dell’innovazione di Bovisa 1200 mq di una vecchia fabbrica verticale, oggi il makerspace più grande d’Italia (IDEAS Bit Factory + MakersHub), in un nuovo modello di ospitalità. Per l’intera durata della Design Week, come successo nel 2017 e nel 2018, l’ambiente si dispiega come un ostello ibrido con 50 posti letto e 10 suite tematiche visitabili dal pubblico, a metà tra il concetto di casa temporanea e quello di fabbrica abitabile. L’edizione 2019 vedrà Art-72rooms trasferirsi in Bovisa per tutta la durata della Milan Design Week.

art-72rooms.it

Foto – Pietro Alsaldi

72 ART ROOMS HOTEL
Curatori: Weicheng Zhong e Davide Crippa
Progetto interni: Ghigos
Interaction design: Ideas Bit Factory
Artisti: Anahi Angela Mariotti, Alessandra Di Francesco, Antonio Virzi, Arianna Bonamore, Daniela Perego, Francesco Petrone, Massimo Orsi, Raffaella Calcagnini, Silvia Stucky, Jack Sal, Mirco Facchinelli, Chiara Irico, Paolo Pasteris, Willmann/Arai, Ho/Alsaldi, Xiao He, Tina Goo

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