Officina del Nuovo propone una serie di soluzioni basate sul vetro e sulle sue eccellenti caratteristiche tecniche arricchite da una ricerca costante in termini di decorazione e sperimentazione

Officina del Nuovo è un progetto che coinvolge diverse realtà artigianali italiane che propongono innovazione, sia tecnologiche che di design, permettendo loro di coalizzare le forze, gli intenti e il loro saper fare. Insomma si tratta di proteggere quella che è la forma autentica della vocazione del Made in Italy, la piccola o media impresa artigiana, e fornire quel supporto verso i mercati esteri, imprescendibili nei calcoli commerciali al giorno d’oggi, ma soprattutto garantendo un terreno comune per formare una rete dove coltivare gli interessi reciproci.
Officina del vetro è appunto la start-up di artigiani dell’innovazione, che ha deciso di mettere in gioco la propria abilità artigiana e conoscenza del vetro per sostenere un processo di innovazione, sia estetico che tecnologico, nel campo della ialurgia e nel design del materiale. Abbiamo chiesto a Giuseppe D’Arpa, manager di ODN, di illustrarci brevemente alcune delle peculiarità delle proposte in vetro per la decorazione.

 

Allestire – Iniziamo con una premessa sulle possibilità del vetro e sui vantaggi che offre in decorazione.

Giuseppe D’Arpa – Il vetro è certamente un materiale caratteristico della nostra epoca, presente in sempre più superfici – dalle finestre ai monitor dei vari dispositivi digitali – e dotato di caratteristiche tecniche di grande interesse, il vetro è un materiale dalla durabilità praticamente eterna, facilmente riciclabile, per non parlare poi delle sua sicurezza. Sicurezza sia da un punto di vista di igiene, sia da un punto di vista di resistenza meccanica e termica.

Allestire – Dal punto di vista tecnologico quali sono le evoluzioni che proponete?

Giuseppe D’Arpa – Elencare tutte le applicazioni del vetro sarebbe estremamente difficile, ma per quanto riguarda la ricerca di Officina del Vetro vale la pena spendere due parole sul versante tecnologico per poi concentrarsi sul versante estetico. Le tecnologie che attualmente Officina del Vetro sta sperimentando sono quella dello smart glass (o vetro privacy) e le pellicole fotovoltaiche di nuova generazione. La prima tecnologia in sostanza permette di controllare la trasparenza del vetro tramite un flusso elettrico, innovazione questa che può avere diverse applicazioni: dall’alternativa alla tenda o alla tapparella per controllare l’ingresso della luce esterna, alla parete che può divenire opaca a trasparente a seconda delle esigenze di privacy. Della seconda tecnologia credo che ci sia molto da dire ma basti al momento accennare che non ci sarà nel prossimo futuro nessun edificio che possa essere costruito senza prevedere nella progettazione l’auto-produzione di una quota dell’energia che consumerà….

 

Allestire – E dal punto di vista estetico?

Giuseppe D’Arpa – L’innovazione estetica di Officina del Vetro probabilmente va raccontata partendo dal presupposto che il vetro è un materiale che può essere al contempo sia strutturale che decorativo. Ecco, il materiale sviluppato è al contempo strutturale e decorativo. La lavorazione del vetro tramite tempratura e stratifica ha condotto alla produzione di quello che alla fine potremmo dire essere un nuovo materiale nelle mani di architetti e designer, materiale che ha resistenza sufficiente a prestarsi a compiti strutturali, ma che anche ha reso possibile la stratificazione di altri materiali dotati di peculiari caratteristiche ottiche.

Allestire – Possiamo parlare di innovazione del concetto di decorazione?

Giuseppe D’Arpa – Ciò di cui ci siamo resi conto è che poter stratificare vari tipi di superfici trasparenti o semitrasparenti in un certo modo ha dato al vetro la possibilità di rendersi un mezzo espressivo in quanto tale. L’innovazione in questo caso è nel concetto di decorazione giacché va oltre alla semplice incisione al laser o all’apposizione di pellicole prestampate. L’estetica che viene proposta è esclusiva e unica nel suo genere anche perché sarà lo stesso cliente a decidere che effetto vorrà rendere e il modo in cui vorrà impiegare il materiale. Dunque noi non proponiamo il vetro in quanto oggetto spaziale o geometrico, sarà il cliente a decidere, ad esempio, se sarà una parete di rivestimento o una superficie curva in mezzo ad un locale.
La proposta estetica quindi non è quella di una riproduzione di una certa apparenza o di un certo codice espressivo appartenente all’elaborazione formale: la proposta è quella di far parlare la materia e la luce da sé. La luce sarebbe invisibile senza la materia e il vetro ha per le sue caratteristiche fisiche certamente la capacità di modulare la luce, ma è stratificandolo ad altri materiali – ad esempio la madre perla, i tessuti, il marmo o l’oro – che il vetro può esprimere anche vari tipi di atmosfere. L’elaborazione materica che proponiamo fa superare al vetro il confino nell’ambito della vista, e se il vedere è un toccare a distanza, il materiale così stratificato entra pienamente nelle esperienze tattili. Al contrario, l’esperienza comune del vetro è quella di un materiale da vedere e non toccare, che viene usato per mostrare e per allontanare l’oggetto dal tatto, come nelle teche ad esempio. La nostra proposta estetica supera dunque anche questo limite sensoriale oltre a quello del concetto di decorazione, creando un nuovo territorio inesplorato.
officinadelnuovo.com

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