Verifica preliminare del colore con strumenti di ispezione del gamut e conoscere le possibilità di resa cromatica prima di stampare!

Ci siamo domandati se l’utilizzo di strumenti di Color Management per aziende medio piccole nel settore della stampa LFP sono già standard o ancora utopia. Abbiamo chiesto ad Andrea Panizzut, Regional Sales Manager per l’Italia della tedesca Colorgate: “La calibrazione colore è stata purtroppo sottovalutata dagli stampatori medio-piccoli. Le cose stanno cambiando perché la mancata corrispondenza cromatica può essere facilmente usata dai clienti per reclamare, non pagare il lavoro e/o ottenere sconti. Non sono ancora in tante le aziende medio-piccole del settore di stampa LFP che si affidano a un software di gestione colore. Ma la richiesta e soprattutto la consapevolezza che si necessita di un strumento valido per ridurre problemi di produzione sta maturando. Nelle aziende più grandi il Color Management è già standard.”

 

La configurazione
Il modo più facile per tenere il colore sotto controllo sono le soluzioni di Color Management integrate nel RIP; basta seguire le istruzioni passo a passo e nella maggior parte dei casi si calibra facilmente un nuovo materiale in pochi minuti. Il campionamento delle tinte piatte tramite uno spettrofotometro permette poi di ottenere il colore giusto al primo tentativo, senza sprechi di tempo e materiale. Principalmente bisognerà mettere a fuoco su quali standard lo stampatore vorrà basare la sua produzione. Colorgate proporrebbe la curva ISOCoatedV2 già molto diffusa nel settore per la stampa a 4 colori (CMYK). Questo profilo dovrà poi essere implementato nei vari programmi di grafica utilizzati in azienda riuscendo quindi già all’inizio del ciclo produttivo a visualizzare i dati stampa profilati sui diversi monitor. Agganciarsi poi a un sistema di Color Management è semplice, conferma Colorgate. Scegliendo una combinazione MIM viene definito il profilo sorgente (p.e. ISOCoatedV2.icc) e il profilo di stampa corrispondente. Queste impostazioni possono essere cambiate per altre applicazioni e memorizzate sul sistema per un riutilizzo in caso di necessità. In questo modo si ottiene la riproduzione ottimizzata tramite la stampante.
Se si vuole però ottimizzare la resa di una campagna – cioè la stampa di un soggetto grafico su diversi supporti di stampa – bisogna effettuare la profilazione per ogni singola stampante e ogni singolo supporto di stampa. In questo caso si dovrebbe riuscire ad ottenere tra i vari prodotti stampati un risultato visivo molto omogeneo. Nel caso Colorgate questo si può ottenere tramite il PS10 Campaign Printing senza dover effettuare ulteriori adattamenti colore o calibrazioni della stampante.

 

Perchè?
Per un piccolo stampatore è importante avere dei clienti soddis-fatti che tornano e che spargono la voce; la qualità del colore è spesso il motivo principale per cui ci si rivolge a un piccolo stampatore locale piuttosto che far stampare a basso costo da grosse aziende di stampa su Internet. Da non sottovalutare inoltre il risparmio del tempo e di materiale che si ottiene con un controllo del colore accurato.
Risultati con fedeltà cromatica e alta riproducibilità acquisiscono sempre maggiore importanza. Il mercato, il cliente chiede sicurezza e tranquillità nel raggiungere un risultato e vuole trovare questa assicurazione prima di fare un ordine. Anche un piccolo stampatore non potrà non tenerne conto di queste richiesta da parte dei clienti nei suoi ragionamenti strategici. Andrea Panizzut mette il puntino sulla “i”: “Diventa quindi sempre più importante per noi proporci con sistemi di Color Management semplici e di facile implementazione. Il mercato chiede allo stampatore il prezzo competitivo e la qualità di stampa oltre alla replicabilità vengono ritenuti d’obbligo. Tutti i prodotti Colorgate PS10 sono adatti per permettere una ricalibrazione, la Media Device Synchronization (MDS), di altissimo livello.”

 

La ripetibilitá
Diventa arduo l’intento di mantenere i colori invariati se si devono distribuire i lavori di stampa su diverse stampanti, diversi supporti e peggio ancora se su diversi stampatori con l’obbligo di mantenere una continuità cromatica. Le soluzioni tecniche ci sono e vanno ben oltre a una valutazione visiva.
Nel caso di Colorgate i colori dei file grafici possono essere controllati prima della stampa con il Gamut Viewer.
Con Brand Color Management (BCM) nella stampa digitale di imballaggi Colorgate offre con Packaging Productionserver un software RIP e Color Management per la decorazione diretta di contenitori, imballaggi flessibili e cartone su scala industriale.
Le applicazioni possibili sono tante come p.e. la decorazione Direct-to-object (bottiglie, bicchieri, lattine, lattine, tubi, contenitori), imballaggi flessibili (etichette, involucri termoretraibili, sacchetti, blister) e imballaggi in cartone (cartoncino, ondulato).
Il focus principale è l’accuratezza dei colori nella stampa di materiali non standard considerando la gestione di inchiostri speciali come i primer, il bianco, il metallico e la vernice. Packaging Productionserver è modulare e le sue funzionalità possono essere configurate a richiesta.
È di fondamentale importanza che i colori di un brand in tutte le applicazioni di confezione siano uguali. I colori possono variare a seconda dei materiali usati, dai tipi e dalla formulazione dell’inchiostro e questo vale sia nella stampa analogica sia in quella digitale. Un software come quello proposto da Colorgate aiuta per riuscire nella ripetibilità delle varie combinazioni e definizioni di tinte piatte, con tecniche di stampa e diversità di materiali riuscendo a ottenere lo stesso risultato o visivamente molto, molto simile.

 

Hs/ki6

colorgate.com

 

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