Per ottenere risultati di stampa omogenei e ripetibili bisogna effettuare un’accurata taratura delle apparecchiature di produzione

Nessuno ne parla, i piccoli player spesso non lo considerano molto importante in parte pure superfluo se non addirittura sconosciuto. I grandi player invece ne fanno un gran segreto sul sistema di controllo e gestione colore installato ed utilizzato nella propria azienda. Alla domanda se ci spiegano il sistema in uso di gestione colore le risposte erano diverse ma infine tutte negative essendo classificati come “segreti aziendali”.
Credo ben! E ci avrei scommesso che si tratta di un segreto aziendale. Si tratta di un sistema di alto valore aggiunto: se tarato in modo adeguato è una vera e propria assicurazione, perché dove si può misurare ci sarà, in caso di contestazioni, ben poco da discutere o litigare. Quante volte succede che un cliente reclama il risultato cromatico di un lavoro stampato? O perché non gli piace o perché non è omogeneo da un lavoro all’altro o da un supporto all’altro o semplicemente perché vede il colore del prato verde chiaro e brillante rispetto al risultato di stampa che contiene più magenta rendendolo più scuro. Valutato visivamente è e rimarrà sempre discutibile e molto soggettivo. Aggiungendo una misurazione diventa oggettivo perché illustrando al cliente il valore di visualizzazione (monitor) al valore del file rippato fino ai valori stampati sui diversi supporti di stampa rimarrà ben poco da discutere. È sbagliato? Lo ristampo! Non è sbagliato? Se vuoi lo ristampo ma lo paghi!

 

Color Management System
In forma abbreviata CMS – la gestione digitale del colore – si intende il trattamento del file a colori digitale che consente di mantenere la riproduzione in modo uniforme indicandone le caratteristiche cromatiche su e per una qualunque periferica di input (scanner, fotocamera), di visualizzazione (monitor) e di output (stampante) in un qualsiasi momento (stampa oggi, stampo tra un anno) e su un qualsiasi materiale (carta, PVC, canvas, vetro, ecc.. ). I profili vengono spesso realizzati dai produttori di stampanti e forniti assieme al RIP all’interno di biblioteche per i più diversi tipi di materiale o dallo stampatore stesso che provvede a crearli tramite appositi programmi e appositi strumenti (colorimetri e spettrofotometri) per le sue specifiche esigenze.

Un strumento di controllo
Il metodo più efficace ed efficiente per effettuare il controllo di qualità cromatica è quello di utilizzare una forma test che permette di controllare contemporaneamente molteplici parametri, sia in modo oggettivo che percettivo. La forma test rappresenta un punto di inizio al quale riferirsi per valutazioni oggettive e indipendenti dall’operatore e/o cliente.
Una delle forme più diffuse nel mondo delle arti grafiche è la Altona Test Suite. È stata pubblicata la prima volta nel 2004, ampliata nel 2005 e attualizzata completamente nel 2013. L’Altona Test Suite, sviluppata dalle tedesche ECI, bvdm, FOGRA e Ugra, è uno strumento di riferimento composto da una serie di file PDF appositamente creati per testare i dispositivi di stampa digitali e non. L’obiettivo dell’Altona Test Suite è quello di verificare la compatibilità con flussi di lavoro PDF/X-4 ed X-3 quello ancora maggiormente utilizzato e l’accuratezza del colore per tutti i moduli software e hardware usati in un flusso di lavoro PDF composito per la produzione di stampa. Questa chart contiene diversi elementi che permettono di effettuare controlli strumentali ma anche visivi.

 

Parametri di valutazione
Di seguito alcuni dei parametri utili per impostare e valutare il colore riportati dalla test Suite Altona.

Omogeneità: lo sfondo della forma test è riprodotto con un grigio ottenuto da C 25%,M 19%,Y 19%, K 20%. Questa combinazione produce un grigio neutro solamente in caso di bilanciamento cromatico e permette di valutare eventuali disuniformità nel processo di stampa con un semplice colpo d’occhio.

 

Sfumature dei grigi: si analizza la capacità di riproduzione dei grigi ottenuti come combinazione dei tre colori C,M,Y. L’occhio è molto sensibile alla variazione cromatica e alla perdita di neutralità di una tinta grigia, per questo motivo è un punto di controllo semplice e importante per capire le variazioni cromatiche indesiderate.

 

Dettagli nelle tinte scure: la capacità di riprodurre dettagli nelle tinte scure è un indicatore di qualità molto importante in quanto si rapporta alla corretta calibrazione del sistema.

 

Dettagli nelle tinte chiare e pastello: Se le tinte chiare non vengono correttamente riprodotte possiamo essere di fronte ad un problema applicativo a volte difficilmente visibile da spettrofotometri.

 

Barre di linearizzazione: le sfere colorate, una per ogni canale e in più ce ne è una composta dalla somma dei canali cromatici, permettono di valutare eventuali problemi di linearizzazione in modo molto intuitivo. Se un colore si sviluppa in modo non lineare, queste appaiono non più “tondeggianti” ma con evidenti scalini o mancanze all’interno delle stesse.

 

La scaletta di controllo: permette di rilevare in modo rapido i principali riferimenti cromatici tramite la misurazione di uno spettrofotometro.

 

Si fa centro solo mettendo in equilibrio tutti i parametri di stampa.
Se, per esempio, dopo la linearizzazione non si percepisce dettaglio nelle tonalità dal 75% in poi o un fuori registro tra i colori significa che qualcosa non funziona correttamente. Se i fondini non sono uniformi o se le sfumature non vantano un buon bilanciamento dei grigi bisogna ritarare la macchina affinché il risultato non sia soddisfacente. Normalmente queste tarature valgono per un specifico supporto e dovrà essere rifatto per un’altra tipologia di supporto stampa.
Si tratta di operazioni periodiche che permettono di allineare un processo di stampa digitale a una resa grafica e cromatica desiderata. La calibrazione, per essere veramente efficace, dovrebbe sempre essere effettuata dopo una calibrazione di base delle testine della macchina. Se la linearizzazione delle testine, intesa come omogeneità di riproduzione di ogni singolo canale dalle minime alle massime intensità, non è ottimale, tutte le successive operazioni verranno compromesse e saranno di difficile attuazione.

Rimarrebbe difficile realizzare un lavoro a regola d’arte e a prova da ogni discussione.

 

Hs/ki6

 

Valutazione visiva
Già il rendersi conto che un controllo di tanto in tanto potrebbe aiutare ad evitare qualche antipatica discussione è un grande passo in avanti. Anche un “semplice ma accurato” controllo visivo può fornire un quadro importante: valutare visivamente una forma test tra il “prima” e il “dopo” della procedura di linearizzazione verificando 4 elementi di fondo:

1) Il registro tra i colori, 2) l’uniformità di stampa, 3) bilanciamento dei grigi, 4) il dettaglio nelle ombre e nelle alte luci.

 

Accedi