Perché secondo lei un’azienda di stampa digitale dovrebbe prendere in considerazione un ampliamento del portafoglio prodotti / servizi verso il soft signage (stampa tessile)?
Andrea Riccardi, Divisione Vendite Italia Durst: «La stampa digitale su tessuto sta conoscendo in questi anni una notevole crescita. Si è venuta a creare la reale esigenza di utilizzare materiali leggeri e riciclabili, con il vantaggio della facilità di trasporto. Un fenomeno favorito soprattutto dall’innovazione tecnologica, che ha portato alla messa a punto di sistemi di stampa sempre più produttivi e all’ampliamento della gamma dei supporti a disposizione. Ciò ha dato vita a indiscussi vantaggi sia in termini di creatività e qualità dei prodotti che di ottimizzazione dei costi di produzione, eliminazione dei magazzini e riduzione dei tempi di produzione.»
Renato Sangalli, Sales Manager prodotti Pro-Graphics di Epson Italia: «Il soft signage nasce dalla convergenza tra il mondo tessile, in particolare sublimatico, e il mondo delle arti grafiche caratterizzato dal solvente. È il risultato di una tendenza verso inchiostri e materiali più ecologici, inoltre offre nuovi spunti per acquisire clienti e sfruttare le richieste emergenti.»
Alessandro Mantovani, Sales Manager Fenix Digital Group: «L’uso del digitale per la stampa tessile nel mondo non raggiunge il 10% (sebbene in Italia la percentuale sia più alta), ne consegue esserci un grande margine di crescita per chi sa sfruttare questa opportunità. In più, alcune stampanti ideate per la visual communication sono ideali per alcune lavorazioni tessili quali campionature, prototipazioni e piccole produzioni.»
Mike Horsten, General Manager Marketing EMEA, Mimaki Europe B.V: «Qualsiasi società di stampa digitale di oggi si trova di fronte allo stesso problema: i margini di costo. Con l’aggiunta di un prodotto soft signage tessile c’è la possibilità di aprire le porte a un nuovo mercato per far crescere il business e l’azienda stessa. Inoltre, il mercato oggi chiede stampanti in grado di offrire una soluzione più completa possibile.»
Sarah Baratto, Sales Manager Reis Elettronica: «Oggi il soft signage rappresenta uno strategico complemento nella stampa digitale. Questo carattere strategico radica in una sensibilità ambientale sempre più sviluppata, che favorisce il tessuto e gli inchiostri base acqua rispetto a materiali plastici quali PVC, banner etc. Non solo, ma il tessuto è un materiale polifunzionale che si può prestare a molteplici applicazioni garantendo versatilità e un’interessante diversificazione della propria offerta. Un esempio è il poliestere, che spazia dalle bandiere agli allestimenti, ai POP, alla realizzazione di complementi d’arredo e all’abbigliamento, sportivo e non solo.»
Roberto Ferri, Roland DG: «Essenzialmente per due ragioni: diversificarsi dalla concorrenza e aumentare le opportunità di business. Sono queste le principali ragioni per cui un’azienda che opera nella stampa digitale dovrebbe iniziare a guardare con interesse il mondo del soft signage e della stampa su tessuto. In un mercato caratterizzato da una concorrenza incredibile, in cui la qualità da sola non basta a differenziare il proprio prodotto da quello realizzato dagli altri concorrenti, le aziende dovrebbero iniziare a sfruttare le potenzialità della stampa digitale tessile: nuove applicazioni da realizzare e nuovi mercati in cui proporsi, rispettando le nuove tendenze legate a trend stagionali e personalizzazione di massa.»
Quali altri segmenti di mercato oltre al soft signage potrebbero essere presi in considerazione da stampatori attrezzati con adeguata tecnologia di stampa sublimatica?
Andrea Riccardi, Durst: «Grazie all’ampia varietà e ottima qualità dei tessuti oggi disponibili sul mercato, la stampa a sublimazione può essere impiegata con risultati eccellenti nell’ambito dell’abbigliamento e dell’home textile, oltre che per grandi formati nel settore dell’arredamento e dell’Interior Decoration.»
Renato Sangalli, Epson Italia: «Essendo molto flessibile ed ecologica (non contiene solventi), la sublimazione si presta facilmente alla realizzazione di diversi stampati per il fatto che, con adeguato trattamento superficiale e con forni, presse o calandre di trasferimento si possono stampare o personalizzare semilavorati o anche oggetti finiti.
Il principio della stampa sulla carta rimane sempre lo stesso e quindi potremmo dire che le competenze dello stampatore non cambiano. Serve però adeguare l’attrezzatura per il trasferimento alle dimensioni degli oggetti che si vogliono realizzare (pannelli, oggetti d’arredo, tende). Se non ci si vuole focalizzare nella sublimazione su oggetti in 3D, le stampanti di largo formato a sublimazione sono molto usate oltre che in campo soft signage anche per l’abbigliamento tessile e sportivo, dove però vengono richieste maggiori competenze ed esperienza in campo cromatico, ma dove per contro è più facile trovare aziende che si occupano di finitura e confezionamento per conto terzi.»
Alessandro Mantovani, Fenix: «Utilizzando una adeguata soluzione sublimatica, quindi comprensiva di hardware, software e consumabili, è possibile sviluppare business differenti che vanno dal settore promozionale e regalistica aziendale fino al settore sportivo più evoluto, interior design, automotive, settore musicale, fino alla produzione massiva di oggettistica personalizzata per i mercati di largo consumo: la cover per lo smartphone è solo un esempio.»
Mike Horsten, Mimaki Europe B.V: «La sublimazione è un prodotto molto versatile, ed è pronta ad un nuovo mercato, come quello dell’abbigliamento sportivo, della moda e persino della decorazione della casa.»
Sarah Baratto, Reis Elettronica: «Negli ultimi anni il tessuto ha davvero spopolato fino ad affermarsi come il supporto con il più rilevante incremento nel contesto della stampa digitale. Davvero innumerevoli le applicazioni che ormai gli si affida, di cui il soft signage è solo una possibilità. Basta pensare al valore aggiunto che architetti e designers riconoscono al tessuto in ambito di arredamento e studio d’interni. Insomma, laddove c’è creatività, c’è posto per il tessuto!»
Roberto Ferri, Roland DG: «Affiancando una stampante di grande formato equipaggiata con inchiostri sublimatici al classico plotter che utilizza inchiostri ecosolventi o UV, gli operatori possono proporre ai propri clienti un’offerta completa, integrata e verticalizzata, in grado di rispondere alle esigenze più diverse con prodotti specifici e di qualità. Oltre alle applicazioni tipiche del soft signage come stendardi, striscioni e bandire, utilizzate per personalizzare eventi, punti vendita o luoghi pubblici, la stampa sublimatica offre tantissime nuove opportunità di business. Abbigliamento sportivo in poliestere, personalizzato con i colori e gli stemmi delle squadre di calcio, ciclismo o nuoto. T-shirt e altri capi d’abbigliamento e tantissime soluzioni per l’interior decoration: dal rivestimento di mobili, divani e cuscini fino alla realizzazione di tende e grafiche per pareti. La sublimazione può essere utilizzata anche per personalizzare i gadget e gli oggetti più diversi. Tavole da surf o snowboard, borse, portachiavi, salviette in microfibra, zaini, cover per cellulari sono solo alcuni esempi delle tantissime applicazioni che possono essere realizzate.»
Quali sono i vantaggi principali dei supporti tessili rispetto a pellicole o banner?
Andrea Riccardi, Durst: «Il principale vantaggio dei tessuti in poliestere rispetto a prodotti tradizionali quali banner o pellicole adesive riguarda in particolare l’aspetto della sostenibilità ambientale, poiché si tratta di un materiale completamente riciclabile. Inoltre la leggerezza dei tessuti e il fatto che si possano piegare gioca un ruolo fondamentale nella riduzione degli ingombri e di conseguenza dei costi di trasporto.»
Renato Sangalli, Epson Italia: «Il supporto tessile, specie se di fibra naturale, è più ecologico di altri materiali che dovrebbero essere stampati con inchiostri a solvente (anch’essi meno ecologici). Oltre a questo fatto, l’aspetto della migliore percezione al tatto del supporto tessile e la sua morbidezza possono essere elementi di vantaggio rispetto ai comuni materiali usati nel signage tradizionale, specie quando si parla di decorazione o arredamento di interni.»
Alessandro Mantovani, Fenix: «Il tessuto è di per sé un prodotto flessibile, leggero o pesante, adatto a molteplici utilizzi in settori merceologici completamente differenti tra loro, è duttile. Se è di origine naturale è del tutto ecosostenibile. Può subire pre-trattamenti e finissaggi, si adatta a molteplici lavorazioni complementari nei diversi settori industriali in cui può essere impiegato.»
Mike Horsten, Mimaki Europe B.V: «Il principale vantaggio di utilizzare supporti tessili è che essi sono leggeri, facili da montare, offrono ottime opzioni di riciclaggio, e sono comodi per il trasporto: infatti si può inviare il tessuto piegato e non servono montatori esperti nelle posizioni.»
Sarah Baratto, Reis Elettronica: «Sicuramente la leggerezza, la maneggiabilità, la versatilità applicativa e soprattutto l’ecocompatibilità.»
Paolo Littamè, Roland DG: «L’utilizzo di un materiale piuttosto che l’altro dipende dall’applicazione che si vuole realizzare. La rigidità del PVC si contrappone alla leggerezza del poliestere, utilizzato proprio nella realizzazione di bandiere. Non solo. Anche le tecniche di finitura sono completamente diverse. Per unire due banner in PVC è necessario saldare insieme le due parti; i tessuti in poliestere vengono semplicemente cuciti tra loro. Non possiamo poi dimenticarci della principale differenza tra i due materiali: l’attenzione all’ambiente. A differenza del PVC, il poliestere è un materiale che può essere riciclato totalmente e non necessita di particolari procedure per il suo smaltimento.»
La stampa sublimatica tessile può essere un procedimento diretto o indiretto. Quali sono i vantaggi / svantaggi tra questi due procedimenti?
Andrea Riccardi, Durst: «La stampa diretta permette di ottenere maggiore penetrazione dell’inchiostro nelle fibre, garantendo così livelli di solidità dei colori leggermente superiori rispetto a quella a trasferimento. Questo procedimento risulta quindi ideale per prodotti come le bandiere. Un altro indiscusso vantaggio della stampa diretta consiste nella semplificazione del processo di lavorazione in quanto la bobina stampata viene inserita direttamente in calandra. Il vantaggio primario della stampa transfer è quello di poter essere applicata a una gamma più vasta di tessuti, anche non pretrattati e molto elastici. Inoltre con il procedimento a trasferimento i consumi risultano inferiori poiché l’inchiostro rimane più in superficie rispetto alla stampa diretta.»
Renato Sangalli, Epson Italia: «Nella stampa sublimatica indiretta, stampa e trasferimento/fissaggio sul materiale avvengono in due momenti distinti, quindi le variabili possono essere meglio controllate, portando ad una qualità del prodotto superiore.
Nella stampa sublimatica diretta, invece, si fa tutto in un passaggio e con un’unica attrezzatura di stampa e trasferimento. C’è quindi risparmio sul costo della carta e sul costo del lavoro, per l’eliminazione di un passaggio.
La sublimatica diretta ha però lo svantaggio della qualità inferiore, che la rende più adatta alla stampa di grafica e soft signage piuttosto che in ambito abbigliamento. Infatti, stampando direttamente il tessuto, la goccia di inchiostro tende ad espandersi e per questo si rende necessario il costo di un trattamento superficiale del tessuto. Il processo indiretto infine richiede un lavaggio finale per eliminare l’inchiostro in eccedenza e il trattamento (specie se si tratta di abbigliamento) cosa che può essere saltata in caso di stampa di grafica e soft signage.»
Alessandro Mantovani, Fenix: «La stampa diretta elimina l’utilizzo di un supporto intermedio necessario al trasferimento dell’inchiostro verso il materiale che si intende stampare. Il supporto intermedio è tipicamente la carta transfer. Con la stampa diretta vengono dimezzati, solitamente, i tempi di produzione, ridotti gli scarti, ridotto il numero di consumabili, eliminate difettosità di stampa, ridotto il rischio di errore umano in fase di lavorazioni indirette. Vengono eliminate attrezzature e quasi dimezzati gli spazi di lavoro. Detto ciò la stampa indiretta è ancora indispensabile per alcuni settori merceologici dove non è possibile applicare la stampa diretta.»
Mike Horsten, Mimaki Europe B.V: «Ci sono molte differenze, la stampa a sublimazione diretta è una grande opzione per il soft signage, ma è sempre necessario disporre di un apposito supporto rivestito pretrattato a causa delle ‚imperfezioni’ che si verificano se non utilizzato. Tuttavia, con la stampa transfer non è necessario avere particolari tessuti preparati, le immagini saranno più nitide a causa del processo di trasferimento ed è possibile utilizzare qualsiasi supporto PES disponibile.»
Sarah Baratto, Reis Elettronica: «Parlerei più che altro di differenze correlate essenzialmente alla chimica degli inchiostri, differenze che possono essere lette come vantaggi o svantaggi in base alla ‘scuola’ di pensiero in cui ci si è formati o all’abitudine operativa. Un tempo i disperdenti erano brunastri e tendevano a lasciare residui sul tessuto, pertanto stampando su carta, rimanevano sulla carta, mentre stampando direttamente risultavano visibili e quindi era consigliato lavare i tessuti per eliminarli. Oggi invece i disperdenti sono più neutri e quindi i residui sono molto meno evidenti, pertanto il lavaggio può essere evitato. Questi residui incidono comunque sulla brillantezza cromatica, che infatti è superiore nella stampa indiretta. A livello di operatività delle macchine, la stampa diretta può risultare più vantaggiosa nei formati superiori a 2.2/2.5 mt, dove la gestione delle carte transfer può essere più difficoltosa e meno accurata.»
Paolo Littamè, Roland DG: «Sostanzialmente, il procedimento diretto permette di stampare direttamente sul tessuto in poliestere. Da qui deriva il principale vantaggio di questa tecnologia rispetto alla stampa sublimatica transfer: il minor costo dello stampato. Con la stampa diretta, infatti, non occorre utilizzare una carta transfer e una carta protettiva da utilizzare in calandra per trasferire la grafica al tessuto. Il procedimento diretto permette al materiale di essere ‘tinto’ in maniera più profonda: l’inchiostro penetra direttamente nel tessuto e la calandra in linea fissa la goccia in maniera più marcata. Una soluzione molto apprezzata da chi realizza bandiere o striscioni e ha necessità di riprodurre la grafica su entrambi i lati in un solo passaggio.
Nonostante ciò, anche se si utilizza una risoluzione alta, le stampe non sono ben definite e le applicazioni realizzate non sono adatte al mercato dell’abbigliamento sportivo e del fashion.
Avere una calandra in linea poi, non è sempre un vantaggio. Ci sono problematiche nella gestione della periferica che spesso non vengono considerate. I fumi emessi dalla calandra possono compromettere la pulizia e il mantenimento della stampante stessa. Non solo. Lavorando ad una temperatura massima di 180°, alcuni tessuti non vengono sublimati totalmente. In quest’ultimo caso, si ottiene una sorta di stampa oleosa che, al primo lavaggio o in caso di pioggia, tende a scolorire molto più rapidamente rispetto alle applicazioni realizzate con la stampa indiretta. Tutti questi svantaggi sono assenti nella stampa sublimatica indiretta, un processo caratterizzato da due passaggi ben distinti: la stampa della carta transfer con inchiostri sublimatici e il successivo passaggio in calandra, per trasferire la grafica al tessuto in poliestere.»
Per il procedimento sublimatico bisogna utilizzare supporti tessili in poliestere o misti cotone-poliestere. Qual è la percentuale minima di poliestere per garantire un buon risultato?
Andrea Riccardi, Durst: «Per ottenere buoni risultati con il procedimento sublimatico, la percentuale minima di poliestere nel misto cotone deve essere di circa il 65 %.»
Renato Sangalli, Epson Italia: «Ovviamente più ci si avvicina alla massima percentuale, migliore sarà il risultato qualitativo e la trasferibilità/ancoraggio dell’inchiostro sul supporto.
Possiamo dire che esistono trattamenti superficiali pre-stampa per consentire un’ottima trasferibilità sui materiali più disparati, da quelli rigidi a quelli soft come il cotone e altre fibre, ma in questo caso la qualità decade.»
Alessandro Mantovani, Fenix: «La fibra più idonea alla sublimazione è il poliestere perché sopporta al meglio gli shock termici che derivano dalle alte temperature necessarie al procedimento che può arrivare fino a 215°C e con una durata all’esposizione anche di 60 secondi in base al tipo di applicazione e prodotto che si intende realizzare. È tuttavia possibile utilizzare fibre miste solo nel caso in cui siano presenti fibre in poliestere per almeno il 60% della composizione del tessuto stesso.»
Mike Horsten, Mimaki Europe B.V: «Questa è una domanda difficile, perché tutto dipende da come è composto il tessuto. Se la miscela è cotone all’esterno e poliestere all’interno il materiale è molto difficile da utilizzare. Tuttavia, se vi è un poliestere al 40% e il resto è cotone è possibile a seconda del design e il tipo di immagine personalizzare il tessuto.»
Sarah Baratto, Reis Elettronica: «80%. Nel caso di fibre miste è sempre consigliabile procedere con un test iniziale perché con alcune di queste fibre si può verificare la cosiddetta ‘migrazione’ di inchiostro.»
Paolo Littamè, Roland DG: «Molto dipende da cosa, e come, si vuole stampare. Se consideriamo il mondo del fashion, dove la qualità dello stampato è un must da cui non si può prescindere, gli operatori utilizzano tessuti che contengono almeno il 65/70% di poliestere. Oltre al tessuto, la qualità dei pigmenti è un altro fattore fondamentale da tenere in considerazione per ottenere risultati di buona qualità.»
Hs/ki6 – Ez/ki6
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